MAGLIANO ALFIERI - Breve storia

Pochi reperti archeologici documentano la presenza dell’uomo durante il Neolitico: pietre levigate, punte e lame in selce, che sono state ritrovate casualmente sulla collina di San Pietro. Uno scavo del 2009 per il contenimento della strada adiacente la chiesa di S.Antonio ha confermato la stratificazione storica di un insediamento che lasciò tracce nella Piana di S.Antonio fin dal 4° millennio avanti Cristo, che già lo studioso maglianese Antonio Adriano supponeva, sulla base di suoi ritrovamenti di campioni di “pietra verde”, di selci e di un frammento di “anellone neolitico”.
 
Nei secoli precedenti Cristo nell’area di pianura vivevano i “Liguri Stazielli”, ma alcuni resti archeologici (pezzi di marmi pregiati, tessere di mosaico, cocci di ceramica) fanno pensare che la Magliano romana già esistesse sul finire del primo secolo a.C.
Il nome “Magliano” deriverebbe dal nome personale Manlius, gentilizio dell’importante famiglia romana di Quinto Manlio Severo, che quasi certamente fu proprietario di quelle (queste) terre.
La diffusione dei ritrovamenti archeologici interessa i terreni fra la località Biaròt –tra S.Antonio e Cornale- fino all’area dei campi Sappa –nel centro di S.Antonio- e poi ancora oltre la strada statale, presso la piazza Cecilia Arione Morando. Questo dimostra che proprio nella parte pianeggiante del nostro comune si era sviluppato l’insediamento forse più importante lungo la  direttrice della strada che collegava le città romane di Asti e Pollenzo snodandosi ai piedi della collina, più o meno sull’asse delle attuali via Cavour e via Valmorterra.     
Prima di quelli ritrovati negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo da un gruppo locale coordinato da Antonio Adriano, vari resti erano già stati recuperati nell’area, all’inizio del ‘900, dallo studioso e archeologo di origine maglianese Federico Eusebio (cui sono stati intitolati il Museo civico di Alba e le Scuole elementari di Magliano). Si trattava di tombe,  tegoloni, anfore e frammenti di vasi e monete imperiali, che vanno da Augusto ai Costantiniani.
Resti vari, risalenti ai primi secoli d.C., di fondazioni di una villa rustica, tracce di strada e sepolture romane di incenerato con frammenti di arredo (di cui resta oggi visibile, dopo i lavori, un tratto di muraglione) sono stati infine ritrovati nel 2006 nell’area centrale dei “campi Sappa”, durante i lavori di scavo per un canale scolmatore.

Nella primavera del 402 d.C. iniziarono in queste zone, con i Visigoti di Alarico, le distruttive scorribande barbariche. Il 6 Aprile di quell’anno, l’esercito romano guidato dal generale Stilicone li sconfisse presso l’importante città di Pollentia (l’odierna Pollenzo, frazione di Bra), ritardando di poco la fine dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C. La popolazione maglianese si concentrò in borghi inerpicati, come le colline di San Pietro e di San Secondo: dopo circa cinquecento anni finì così la vita del villaggio romano di Magliano Basso.
 
Magliano è citato per la prima volta in un atto di vendita del 959. Dapprima fu un ducato longobardo: una base abbastanza sicura dei Longobardi fu la zona del capoluogo detta “in Bria” (Ad Braydam, termine di derivazione longobarda) e lì, molto probabilmente, esisteva una cascina.  
Fu poi contea franca, e ancora principato vescovile di Asti, fino a che emersero le prime famiglie potenti: i De Maliano, sudditi della Chiesa di Asti e successivamente gli Alfieri, importante famiglia nobiliare astigiana.
Intorno all’anno 1000 in San Secondo sorgeva la chiesa parrocchiale, per il resto non esisteva un vero centro, c’erano casupole sparse e boschi dove i contadini raccoglievano castagne per fare il pane, abbattevano alberi per scaldarsi e cacciavano la selvaggina. Il borgo prese forma quando il territorio diventò feudo degli Alfieri che edificarono, nei primi anni del 1300, un palazzo prospiciente la valle, abbattuto e sostituito dall’attuale castello. Nel 1240 Guglielmo e Alferio Alfieri, avendo accumulato capitali con la creazione di banchi di pegno in tutta Europa, comprarono tre ottavi “di tutto il luogo e villa di Magliano, per il prezzo di lire 730 astesi”, diventando così feudatari del sito. Da Guglielmo e Alferio Alfieri derivarono poi i rami degli Alfieri di Cortemilia, di quelli di San Martino (detti in seguito “di Sostegno”) e di quelli di Magliano e Castagnole Lanze.

 

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